Tassa di soggiorno ad Assisi, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda

DI FATTO, PERò, LA TASSA POTREBBE ANCHE NON ESSERE APPLICATA

Tassa di soggiorno ad Assisi, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda

Di Lorenzo Capezzali
ASSISI – Il governo italiano, in difficoltà economica e finanziaria, ha chiesto ai sindaci di ogni comune italiano di applicare ed incassare una tassa di soggiorno da far pagare a tutti i turisti in viaggio in Italia. Ogni città è libera di stabilire l’importo e le modalità (categoria albergo, periodi di alta e bassa stagione, esenzione per i giovani), ma eventualmente anche di non applicarla. Gia’ nel 2011 Roma, Firenze e Venezia hanno fatto pagare la tassa, da 2-4€ a persona al giorno. Altre città e località discutono

se applicarla o meno e per deciderne le cifre. La maggioranza sembra essere indirizzata ad un importo di massimo 1 € o 2 € a persona; alcune non la faranno pagare in bassa stagione. Altre hanno accettato le richieste del mondo del turismo e sembrano voler rinunciare a questo incasso, almeno per il momento.

Un piccolo problema sta nella necessità o meno di mettela in fattura. Anche Assisi ha preso in mano la questione con una ipotesi applicativa dal 2018 attorno cui l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefania Proietti sta decidendo come l’assessore al turismo Eugenio Guarducci ha annunciato sulla stampa on line. Pagare tutti e anche  per chi pernotta fuori centro.

Prime avvisaglie di notizie  che hanno movimentato le menti di politici di Meetup 5 stelle, professionisti, gente comune, commercianti, albergatori e quant’altro con un “ni”  nel come chiamarla o non chiamarla per niente.

Per alcuni albergatori titolati  cio’ rappresenterebbe uno  spauracchio economico da mettere  in fuga i turisti affondando le residue resistenze  del  settore sofferente e con un orizzonte pieno d’insidie come sollecita ancora una volta  l’Ascom per bocca del presidente Vicenzo Di Santi.

Sua frase sintesi:” Il commercio sta morendo ad Assisi, occorrono interventi previsionali tali da rimettere in moto il sistema delle attività e quindi del lavoro cominciare dallo stop sulle liberalizzazioni commerciali, che hanno  determinato lo stato dell’attuale disagio  degli esercizi più della crisi congiunturale”.

Il tutto capita in una visione monetaria di crisi e  quando si toccano i danari per svago e vacanze le previsioni sono sempre difficile da vaticinare…..Per tutti!…..Quindi anche per il nuovo balzello per gli ospiti in Assisi!…Se……

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*