San Francesco, il saluto del sindaco di Assisi dalla loggia del Sacro Convento
Signor Presidente,
Signori Presidenti della Regione Liguria e della Regione Umbria,
colleghe e colleghi Sindaci,
Eccellenze Reverendissime,
Reverendi
Autorità tutte ,
Gentili Ospiti dalla Liguria,
Concittadini,
a nome della Amministrazione Comunale e della città di Assisi porgo il più caloroso saluto di benvenuto a Voi tutti qui convenuti in rappresentanza della Regione Liguria che, nel nome degli ottomila Comuni della nostra Patria, onora il Santo Patrono d’Italia. Nel 1939 Papa Pio XII proclamò San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia: da allora la Vostra gente ha lasciato un forte segno di affetto verso i simboli di questa Città con l’offerta dell’olio negli anni 1942, 1959, 1978, e, per ultimo, nel 1997, quando il terremoto scosse questa nostra terra e ferì questa Città al cuore: nella Basilica che per noi, cittadini di Assisi, e per il mondo intero è emblema della fede, abbiamo sentito la paura, abbiamo visto il buio, e soprattutto abbiamo perso amici carissimi.
Nonostante ciò, la Liguria, attraverso i Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale e l’Arcivescovo di Genova, Mons. DIONIGI TETTAMANZI, nel 1997 fu ad Assisi: in forma simbolica, con una celebrazione all’aperto davanti alla Basilica della Porziuncola dove, ieri, abbiamo commemorato il transito di San Francesco, le Città della Liguria furono emblema di quella solidarietà che è stata determinante per la nostra ricostruzione. E’ quindi dopo ben 40 anni che le Città della Liguria, rappresentate dal Sindaco di Genova e dai Sindaci ed Amministratori presenti, accompagnati dal Presidente della Regione Liguria, tornano a donare l’olio che manterrà sempre accesa, grazie alla fraternità francescana del Sacro Convento, che la Città vivamente ringrazia per l’amorevole impareggiabile servizio, la lampada votiva a nome di tutti i comuni d’Italia sulla tomba del Santo.
La lampada sempre accesa rievoca il gesto di San Francesco quando a San Damiano, Cristo crocifisso gli parlò dicendo “Francesco, va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”. Ed egli si accinse, con ogni diligenza, ad eseguirne il comando e, per prima cosa, offrì denaro ad un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l’olio, e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell’onore di un lume. L’olio, prodotto comune alle nostre terre straordinarie, assume un significato simbolico potente. Proviene dalla tradizione millenaria di una cultura agricola, che qui come nella vostra regione tanto ruolo assume nella cura del territorio e nella prevenzione del dissesto idrogeologico, e oggi può essere strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici. Gli oliveti, coltivati tradizionalmente, sono pozzi di carbonio, in grado di stoccare le emissioni causa dei cambiamenti climatici che, ormai tangibilmente a livello globale ma anche locale, sono origine di povertà, carestia, migrazioni e della perdita di tante vite umane, anche nelle nostre Città.
In un mondo in cui la crisi ecologica è una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità, occorre richiamare i valori della custodia del creato dell’opzione preferenziale per i poveri e della pace che si costruisce nella vita di ogni giorno, anche con l’attenzione alla cura della casa comune. Ed è proprio da Assisi, la Città sul mondo che tutti vedono, che in questa data simbolica, vuole partire una coraggiosa rivoluzione culturale: il Comune di Assisi, come la Diocesi e il Sacro Convento, come oltre 40 organizzazioni cattoliche italiane e centinaia a livello mondiale, hanno infatti aderito alla campagna per il disinvestimento dalle fonti fossili promossa dal Movimento cattolico mondiale per il clima.
Un gesto segno, che partendo da Assisi, faro per il mondo cattolico e, grazie a San Francesco, capitale dell’ecologia nell’immaginario collettivo, può avere risvolti straordinari in termini di positiva emulazione. Un gesto possibile: San Francesco partì dal necessario e si sorprese a fare l’impossibile. Noi come Amministratori possiamo compiere scelte sostenibili – che equivalgono a scelte di disinvestimento dalle fonti fossili – ad esempio incrementando l’efficienza energetica nel patrimonio pubblico e nelle scuole (con un effetto di svolta anche culturale sui più giovani), incentivando il trasporto elettrico, la raccolta differenziata e il riutilizzo dei rifiuti, combattendo ogni giorno la negativa cultura dello scarto. Noi come Cittadini possiamo cambiare i nostri stili di vita, con scelte sostenibili, di sobrietà, ricordandoci che, se una nostra azione può sembrare una goccia nel mare, 7 miliardi di azioni, insieme, possono cambiare il mondo.
Disinvestire dalle fonti fossili è anche un gesto di Pace: non c’è pace, nel mondo, laddove si depredano risorse naturali, non c’è pace in quei territori geograficamente strategici per il passaggio di oleodotti e gasdotti: basta sovrapporre la carta geografica delle fonti fossili, dove insistono e dove passano, o dovrebbero passare, per trovare i maggiori focolai di conflitto, da cui in tanti scappano, in tanti, purtroppo, muoiono, soprattutto innocenti e bambini. Da Assisi, città di San Francesco e, per questo, Città della Pace, non può che partire un accorato appello, quasi sulla scia di quei pellegrini, detti Bianchi, che partirono da Genova nel 1399 e, invocando incessantemente “Misericordia e Pace”, arrivarono nella Città Serafica. Come scrisse Gemma Fortini “Il mondo avrà Pace solo se tornerà all’amore di San Francesco”.
Il Santo di Assisi rappresenta valori universali ed, oggi più che mai, indispensabili per attuare un futuro di speranza: è per questo che auspichiamo, e vivamente chiediamo alle nostre Istituzioni, qui rappresentate dal Presidente del Consiglio, di riportare la solennità di San Francesco d’Assisi patrono d’Italia a Festa Nazionale.
L’eredità che ci è stata consegnata da San Francesco spinge tutti noi, Amministratori e Cittadini, a porre al centro di ogni nostra azione civile ed umana i suoi valori, ricetta e rimedio per la complessa crisi socio-ecologica del nostro tempo, i suoi insegnamenti e il suo rivoluzionario coraggio. L’odierna festa è una occasione per rinnovare la devozione e l’impegno affinchè ogni giorno , qualunque sia il nostro ruolo nella società, sappiamo sempre lavorare con dedizione e spirito di servizio per difendere i più alti valori dell’uomo e della vita, ricordando che non è possibile costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.
Per questo nella Solennità di San Francesco Patrono d’Italia, salutiamo con gioia la Vostra presenza, cari amici della Liguria, Vi ringraziamo per il dono dell’olio che manterrà sempre accesa la luce nella tomba del Santo, simbolo della speranza che mai muore, e non ci stancheremo di operare affinchè la Città di Assisi, luogo privilegiato dagli alti significati simbolici, abbia la forza di diventare faro per il mondo, per un nuovo umanesimo, per nuove soluzioni di cura del creato, per percorsi di pace e sviluppo umano integrale capaci di futuro.
Grazie Presidente, grazie a Voi tutti per essere qui, oggi!
Buona Festa!
Commenta per primo