ASSISI – Le tasse nel comune di Assisi sono state aumentate! E’ quanto riporta il periodico Informassisi. La pressione fiscale è salita in maniera esorbitante: la Tares è passata da euro 3.412.500 del 2012 ad euro 6.025.700 del 2013. E l’Imu da euro 7.760.000 del 2012 a 10.500.000 euro nel 2013. Gli amministratori di Assisi, sempre quanto riporta il giornale assissano, sono troppo impegnati a curare la propria immagine, come fossero sempre in palcoscenico, “la colpa è di altri”. L’amministrazione di Assisi ha assicurato ripetutamente attraverso la stampa e manifesti che non avrebbero aumentato né tasse, né tariffe. Purtroppo non è stato vero, sottolinea in un articolo lo stesso quotidiano, intervenendo dicendo che le tasse dall’amministrazione comunale posso e devono essere subito diminuite. L’Imu sembrerebbe essere la più alta dell’Umbria, non è vero che è stata applicata l’aliquota minima. La nettezza urbana, anch’essa aumentata, servizi diminuiti per il contratto firmato dall’attuale amministrazione.
Tasse e burocrazia, sempre quanto riportato da Informassisi, sono gli attuali macigni contro l’occupazione e la vita dei cittadini. Per abbassare le tasse occorre fare quello che i politici non vogliono: tagliare le spese pubbliche. Occorre subito diminuirle, siano esse statali, regionali o comunali. Non è sempre vero che non si possono migliorare i servizi senza aumentarne i costi. Le tasse possono e devono essere diminuite per una rapida ripresa dell’economia.
Il periodico riporta poi alcune proposte per abbassare le tasse. Noi le riscriviamo qui:
RIPORTARE L’ALIQUOTA IMU sulle seconde case, capannoni artigianali e industriali, attività commerciali all’aliquota ordinaria del 7,6 per mille, anziché quella aumentata dal comune all’8,6 per mille. Così si va incontro anche all’edilizia e alle attività connesse. Si ricorda che in Assisi le rendite catastali di immobili sono le più alte dell’Umbria, per cui già a parità di aliquota con gli altri comuni, gli assisani sono i più tartassati. ELIMINARE GLI SPRECHI, diminuire le spese improduttive del comune, come alcune di rappresentanza, pubblicitarie, contributi a pioggia, viaggi “a vuoto”, predisponendo viceversa, un serio piano economico elaborato da veri esperti per creare le migliori condizioni territoriali a beneficio delle attività turistiche e artigianali.
DIMINUIRE LE SPESE DEL PERSONALE con un blocco temporaneo delle assunzioni. Infatti alcuni servizi, come ad esempio quelli dell’ufficio terremoto preposto alle pratiche della ricostruzione e relativi finanziamenti, sono ormai al lumicino, così come le opere pubbliche, e ben poche sono le pratiche urbanistiche dei privati da evadere, a causa della crisi economica.
PROMUOVERE PROGETTI DI PROJECT FINANCING per coinvolgere privati alla realizzazione di opere pubbliche, come avvenuto con un’amministrazione ben diversa dall’attuale per il teatro Lyrick e tutti i parcheggi di Assisi, compreso quello di Porta Nuova. Quest’ultimo ancora da realizzare, nonostante la convenzione del 2004 prevedesse l’inizio dei lavori dopo quelli del parcheggio di San Pietro. Tutte opere costruite senza spese per il comune. Lo stesso progetto della Strada Mattonata, realizzata comunque nonostante le note avverse vicende politiche, si risolse positivamente, portando nelle casse del comune un miliardo e mezzo di lire. E così si potrebbe proseguire.
IL NOME DI ASSISI È UN BRAND conosciuto per cui si può utilizzare a beneficio delle casse comunali. Se ne fece uso nel 1999 con la società Clementoni per il puzzle che fruttò al Comune 150 milioni di lire, utilizzati per la ristrutturazione della Fontana di piazza basta lavorarci con serietà.
VA RIVISTO IL RECENTE E SBAGLIATO CONTRATTO DELLA NETTEZZA URBANA perché dà meno servizi e più spese.
Commenta per primo