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Riaperta la Rocca Maggiore dopo il restauro e la riqualificazione
Riaperta la Rocca Maggiore – Una data doppiamente storica per la città di Assisi, oggi 22 giugno, perché si celebra la Festa del Voto e anche la riapertura della Rocca Maggiore dopo un complesso intervento di restauro e riqualificazione. La cerimonia si è tenuta questa mattina dalle 11 in poi, nella Sala del Camino, con i saluti istituzionali e le relazioni tecniche; subito dopo la Rocca ha riaccolto una folla di cittadini e turisti anche nei nuovi spazi visitabili.
Ha preso per primo la parola il sindaco Stefania Proietti che ha definito “la Rocca Maggiore monumento identitario per la nostra città” e in rappresentanza dell’amministrazione tutta “ho l’onore di presentare oggi i risultati di un lavoro straordinariamente importante e multidisciplinare. E’ un primo passo, questo, di restauro di un’opera che è immensa e imponente nella sua maestosità, affonda la sua storia nell’origine stessa di Assisi e dopo, questi interventi, permetterà a cittadini e visitatori di vivere ambienti che non erano mai stati visitati finora. Oggi siamo qui per restituire alla città un patrimonio storico e architettonico conosciuto in tutto il mondo, che, accanto ai nostri straordinari monumenti religiosi e civici, che sono tra i più visitati al mondo, rappresenta Assisi, il nostro passato e il nostro futuro. Con questo restauro, che mira a rendere la Rocca sempre più accessibile e vivibile dai cittadini e dai turisti, anche con servizi come la mobilità elettrica e la connessione internet, vogliamo che la Rocca sia sempre più vissuta ed amata, e diventi un’esperienza da ricordare per un numero sempre più alto di persone”.
Luca Federici, direttore della Regione Umbria per il patrimonio e la riqualificazione urbana, ha portato il saluto della presidente Donatella Tesei e dell’assessore regionale alla cultura Paola Agabiti, e poi si è soffermato sull’utilizzo dei fondi europei investiti per il primo stralcio dei lavori della Rocca Maggiore: “La Regione ha creduto fin dall’inizio in questo intervento in un posto meraviglioso che mette quasi soggezione per la sua grandezza e per la sua storia. Se siamo qui, se qui sono “cadute” a terra le risorse vuol dire che dietro ci sono le persone che hanno permesso questo restauro”.
Un altro ente finanziatore dei lavori è stata la Fondazione Perugia, rappresentata da Ernesto Cesaretti, il quale nel portare il saluto della presidente Cristina Colaiacovo, ha sottolineato “come la Fondazione, oltre agli scopi sociali, crede molto nello sviluppo del territorio, nella cura del patrimonio artistico”.
Il dirigente Matteo Castigliego ha esposto una relazione tecnica sui lavori effettuati, in particolare la realizzazione di un nuovo solaio e del pavimento nel salone d’onore, l’opera del camminamento-ballatoio che percorre tre lati del monumento, la scala di collegamento esterna con ricostruzione del parapetto, le rampe di accesso al cassero, la riqualificazione della torre poligonale con possibilità di accesso diretto; sono stati poi realizzati nuovi impianti tecnologici e nuovi impianti di illuminazione.
Di interventi impegnativi ha parlato il direttore dei lavori Paolo Petrozzi in una “realtà straordinaria e questo primo stralcio significa l’inizio di un percorso verso il completo restauro e la totale riqualificazione”.
Per Opera Laboratori, la società che si occupa della gestione museale che ad aprile dello scorso anno si è aggiudicata l’affidamento in concessione dei servizi museali (Foro Romano, Pinacoteca, Rocca Maggiore, Domus del Larario e Domus di Properzio) e anche dell’ufficio informazioni e accoglienza turistica in piazza del Comune, ha parlato Stefano Di Bello che ha sottolineato “come la Rocca Maggiore, così magnificamente restaurata, diventa il fulcro
Lo storico e critico d’arte Enrico Sciamanna ha relazionato, con dovizia di dettagli, sulla storia della Rocca Maggiore, sulle origini e sulle vicende che hanno interessato il grande monumento che sovrasta la città. Le parole di Sciamanna sono apparse un viaggio emozionante alla riscoperta di un’opera tanto cara agli assisani, un’opera che rappresenta un paradosso perché, costruita per essere inaccessibile, oggi la si celebra per l’accessibilità”.
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