Dopo il no di Ansideri e Sciamanna scottano ancora i temi di Assist Cultura
da Lorenzo Capezzali
ASSISI: Terminate le celebrazioni francescane Assisi si rituffa in piazza, nelle problematiche cotidie., simbiotica visione tra pubblico e privato. De visu senza logo e nomi ma con le relazioni umane e concrete dal comune denominatore. E così la città si rituffa dopo la comunicazione e il protocollo delle feste del Santo Patrono d’Italia nelle dinamiche sociali ed economiche tra perimetri istituzionali consolidati e quelle da intraprendere per lo sviluppo a tutto tondo delle proprie mura urbiche.
L’appello e la constatazione di ognuno vanno subito al settore culturale, ombelico dello sviluppo economico-occupazionale e all’immagine da edulcorare per rilanciare uno dei settori più controversi del bene comune, quel turismo croce e delizia di operatori e ponte di comando comunale.
Nel vademecum immaginario della gente hanno spazio le opere pubbliche, le strade da rimettere in…..carreggiata, alcune frazioni da migliorare, il traffico doc angelano, la rincorsa verso progetti di spessore extra territoriale per alimentare la fiaccola araldica dell’orgoglio e della storia millenaria di Assisi, caput mundi.
Realtà esistenti alcune delle quali provate dall’usura e contaminazioni meccaniche, climatiche e di servizio semplice che attendono di essere risolte. Scottano ancora i temi di Assist Cultura dopo il no di Ansideri Sciamanna (presto si colmerà), quello della conferma dell’imposta di soggiorno per il 2018.
Due avamposti critici che hanno avvinto opinionisti e cultori della città in un rincorrersi di giudizi ed attacchi come si conviene nel gioco delle parti sociali quando il rapporto tra chi deve accogliere e chi deve decidere è messo in discussione senza arrivare alla politica.
Un tira e molla d’interventi e di posizioni personali che hanno surriscaldato ore ed ore di passione e desiderio dei ben pensanti. Assisi e’ Assisi meglio, dunque dire la nostra, avrebbero esclamato alcuni!.!.
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