Per una riapertura dello spazio pubblico all’arte ad Assisi

Spazi di testimonianza delle forme dell’espressione artistica dei nostri tempi

Per una riapertura dello spazio pubblico all’arte ad Assisi

Le opere di Christo, la mostra ad Assisi con le immagini di Wolfgang Volz
Enrico Sciamanna

di Enrico Sciamanna 
Ci sono luoghi della città e del territorio che meglio di altri sembrano predisposti ad essere spazi di testimonianza delle forme dell’espressione artistica dei nostri tempi. Ormai da tempo in Italia le pubbliche amministrazioni commissionano a street artisti opere di arte urbana con il duplice intento di favorire la creatività sociale e rivisitare lo spazio del costruito. Accade a Roma, con il Free Art Friday che lancia un’open call agli artisti di strada, a Bologna, con avvincenti dibattiti e decisioni interessanti, sta accadendo a Firenze, con modalità attraenti per quanto riguarda le soluzioni artistiche.

Ad Assisi, dove simili operazioni sembrano fuori contesto, è possibile invece individuare aree in cui questo è fattibile nel rispetto del patrimonio storico-paesaggistico comunemente riconosciuto.
  • A Santa Maria degli Angeli

A Santa Maria degli Angeli, sono possibili interventi di questa portata a partire dall’area Ex-Montedison, area di archeologia industriale, in cui le superfici praticabili sono quelle che, avendo difronte la veduta panoramica sulla città, consentono, volgendole le spalle, una fruizione visiva dell’opera con un sfondo opposto a quello storico. Una visione in cui la periferia e centro storico risultano complementari nella rappresentazione del lascito storico dell’arte.

  • L’idea di servirsi di street artist

L’idea di servirsi di street artist considerati maestri a livello mondiale, ma anche poeti di strada, da mettere alla guida di giovani con l’inclinazione a questa forma d’arte, può essere occasione per creare una palestra di talenti.

  • Anche il capoluogo in realtà consente che si depositi, in alcuni luoghi inconsueti, il segno del contemporaneo.

Vi sono muri sparsi nella città, circonvallazione, muri di sostegno di terrapieni, ecc.. in cui la materia pittorica è la patina degli agenti atmosferici che li ha ricoperti. È quello che William Kentridge ha realizzato a Roma, tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini sul muraglione del lungotevere, dove la cancellazione di quella patina, seguendo un disegno preciso, ha riprodotto per immagini la storia della capitale.

Gli effetti del tempo stanno ora tornando a cancellare tutto.

Sintesi dell’articolo scaricabile per intero dal sito www.confrontiassisi.it (numero 9)

 

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