Intramontes del maestro Ramberto Ciammarughi a Cantico, Assisi Choral Fest
ASSISI – «Intramontes ovvero, tra i monti, ma anche attraverso i monti e, per esteso, al di là dei monti. Cosa c’è oltre quella consueta ma imponente barriera di pietra che sembra delimitare, il nostro orizzonte, ma anche lo sguardo e, a volte, il pensiero». E’ Intramontes di Ramberto Ciammarughi un pensiero libero in forma di cantata. Il maestro Ciammarughi si esibirà sabato 25 novembre alle ore 17 al Teatro Metastasio, alla piazzetta Verdi di Assisi, nell’ambito di Cantico, Assisi Choral Fest. Il Direttore è Francesco Corrias.
«Ci sarà un luogo in cui accadrà che le mille voci della nostra terra si uniranno al metallo delle chitarre, al pulsare dei tamburi, alla voce del pianoforte e al pensiero di tanti grandi uomini in uno strano matrimonio, forse d’amore e se tutto questo, per qualche attimo, ci terrà più uniti può darsi che le nostre anime e le nostre coscienze si incontreranno in uno spazio segreto e bellissimo del creato».
Insieme al pianoforte di Ciamamrughi nel progetto Intramontes sono coinvolti le percussioni Tetraktis di Gianni Maestrucci, Leonardo Ramadori e Paolo Pasqualin e gli strumenti dell’Ensemble Novamusica (Francesco D’Oronzo, Angelo Lazzeri, Samuele Martinelli), centrato sul suono delle chitarre e del basso elettrico (Stefano Mora).
«A questi – ha detto Ciamamrughi – si uniscono le tante voci che canteranno frammenti di testo che parlano del nostro ignoto, del nostro sognare di quello che tutti, prima o poi, osiamo domandarci. I testi sono stati da me manipolati e rimontati, inoltre sono stati accostati tra di loro con molta libertà e senza una logica storica o temporale. Appariranno frammenti estratti da un testo sacro come la bibbia, o dalla Divina Commedia di Dante, sarà presente, in qualche modo la figura di Shakespeare, fino ad arrivare, passando per Leopardi, al novecento di Celine e Mario Luzi. Si tratta di brevi frasi provenienti da tempi diversi, culture diverse, ma esprimono cose vicine e lo fanno in tante delle lingue di questo nostro mondo, con una verità, a volte, assordante».
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