UniversoAssisi, Mortaro sì, Mortaro no, cosa c’è di nuovo?

Trecentomila euro per un festival che dura quattro giorni

Celebrazioni francescane, il programma degli eventi, la festa in piazza

UniversoAssisi, Mortaro sì, Mortaro no, cosa c’è di nuovo?

da Fabio Berellini
Al di là della polemica “Mortaro sì, Mortaro no”, probabilmente gradita anche agli organizzatori stessi nell’ottica del “bene o male, purché se ne parli”, il Festival “UniversoAssisi” fa riflettere tutti coloro che da anni cercano di movimentare, amplificare e migliorare il panorama culturale della nostra città.

D’accordo, evento di “rottura”, sperimentazione artistica, rarità e novità, proposto però ad un pubblico non meglio definito. Serve ad attrarre turisti? E’ pura utopia pensare che un contenitore culturale nato da così poco tempo possa movimentare il flusso dei visitatori in Assisi, anche perché il programma, pieno di eventi “di nicchia”, mal si adatta alla richiesta del turista medio in termini di offerta ricreativa. Serve a ridare l’illusione di una Assisi “palcoscenico internazionale” a chi la vive? Può darsi, ma potrebbe essere molto più utile rendere Assisi culturalmente frizzante e vivibile ai cittadini anche nei restanti 361 giorni dell’anno in cui il festival non è in programma. Serve a far conoscere a chi visita la nostra città le asperità montane e le viste paradisiache del Subasio? Allora perché non organizzare con associazioni del territorio (ad esempio gli Amici della Montagna) escursioni guidate con merende in quota, magari con un violoncellista o un trio?

Trecentomila euro per un festival che dura quattro giorni: settantacinquemila euro al giorno. In una città già satura di offerte culturali, UniversoAssisi avrebbe rappresentato, in effetti, un quid in più.

Invece… Quid novi? Che c’è di nuovo? Niente. Il territorio (“territorio” è la parola più inflazionata in campagna elettorale: “attenzione per il territorio”, “valorizzare il territorio e le sue risorse”…) brulica di professionisti e associazioni che potrebbero contribuire tutto l’anno alla vita culturale di Assisi, con notevole risparmio sulla spesa pubblica e privata e, in molti casi, assicurando livelli artistico-culturali che nulla hanno da invidiare ai protagonisti dei mega-festival del calibro di UniversoAssisi.

Spalmando i trecentomila euro, che UniversoAssisi divorerà in quattro giorni, per tutto l’arco dell’estate, si otterrebbero tremila euro a serata (ben cento serate!) per ravvivare una città in coma profondo attraverso proposte artistico-culturali adeguatamente selezionate e poste in un cartellone unico.

Girare per Assisi in questi giorni dà chiaramente l’idea della desolazione che i pochi turisti si trovano a vivere nella nostra imbarazzante città dopo cena: molti locali chiusi e nessun evento in nessuna delle piazze.

Tremila euro a serata avrebbero consentito di individuare location comode per assisani e turisti, selezionare professionisti qualificati nei vari campi artistici e garantire un’offerta ricreativo-culturale completa, eterogenea, continua. Tremila euro in media a serata avrebbero consentito di alternare formazioni musicali, teatrali e coreutiche piccole a grandi compagnie o a orchestre nutrite e referenziate. Avrebbero consentito di dare spazio alle Associazioni del territorio, chiaramente non senza un’adeguata selezione per vagliare il dilettantismo (che pure ha ragione di trovare spazio se produce qualità) dal professionismo.

Coinvolgere le realtà del territorio non avrebbe significato di per sé concedere finanziamenti “a pioggia” nell’ottica del clientelismo provinciale, ma avrebbe stimolato l’impegno di chi vive la condizione d’artista tutto l’anno tra le mura rosacee della propria città. Avrebbe permesso a molti artisti di farsi conoscere a casa propria da coloro che la visitano, avrebbe creato ponti e occasioni per tutti. Una filosofia organizzativa “a chilometro zero” avrebbe contribuito a creare un cartellone “low cost”, abbattendo costi fuori luogo come spese per vitto/alloggio o service improbabili in bocca al mortaro.

Quid novi? Che c’è di nuovo? Niente. Un altro evento “mordi e fuggi” povero di personalità del territorio – che molto avrebbero da dire – darà una piccola scossa a mo’ di defibrillatore alla convalescente Assisi; uno spettacolare salto sul lettino e poi di nuovo il coma. Irreversibile?

2 Commenti

  1. veramente come non essere d’accordo con questo articolo! Ad Assisi abbiamo artisti, musicisti, conosciuti nel mondo e a cui non si dà spazio qui…ed è vero un festival così non porta nulla alla città: bellissima l’dea di organizzare passeggiate sulla montagna con concerti di strumenti acustici, che è poi cosa accade sulle Dolomiti con “I suoni delle Dolomiti” Bell’articolo! Grazie

    • Grazie Angela. Non a caso ho citato il violoncellista in onore di Mario Brunello, storico protagonista de “I suoni delle Dolomiti”. Non dobbiamo inventare niente: di spunti ed esempi ne abbiamo a volontà.

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