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Dipendente infedele di Assisi, condanna scontata, non dovrà più pagare 6 mensilità
La vicenda della dipendente del comune di Assisi è finita davanti alla Corte Costituzionale. La lavoratrice era uscita un’ora prima dal Comune per quattro volte, falsificando l’orario tra le ore 17 e le 18. I fatti erano accaduti nel 2017.
Alla dipendente – difesa dall’avvocato Siro Centofanti – era stata chiesta la condanna a pagare 20 mila e 64,81 in quanto, in qualità di dipendente pubblica, aveva falsamente attestato la propria presenza in servizio al comune di Assisi. Doveva sborsare 64,81 euro di danni patrimoniale (cioè le ore effettive di lavoro) e 20mila per il danno all’immagine.
Il suo legale ha chiesto alla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di sollevare questione di costituzionalità della norma che prevede la condanna a un danno minimo di sei mensilità sia per eccesso di delega come per l’eccessività e irrazionalità del danno richiesto. I magistrati contabili hanno accolto nel 2018 l’istanza sotto entrambi i profili e ora arriva la sentenza. La norma viene annullata con effetto immediato per tutti i dipendenti pubblici italiani. «I giudici – spiega il legale – potranno da ora in poi determinare il danno in concreto, e quindi in misura adeguata alla infrazione e di fatto molto più contenuta, anche perché in linea generale per legge il danno all’immagine si presume, salva prova contraria, pari al doppio del danno patrimoniale». Da ventimila euro ne pagherà solo centoventi euro.
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