Il Pincio, Parco Regina Margherita, di Assisi, pensieri da un muro di cinta
da Maurizio Terzetti
Assisi dà il Pincio al suo giardiniere, poi a qualche ragazzo trasgressivo, a impresari fatti in casa, ad associazioni del genius loci, ai ragazzi, cresciuti, di ieri. E lì si ferma. Assisi fa il Pincio, lo fa e lo disfa, lo fa con i frati e col Convitto Nazionale, ci fa di tutto e non ci fa niente, ci disegna perfino – il Brizi, all’inizio – una Chocolate House. Assisi ha il Pincio, politicamente, che si merita: le amministrazioni comunali si riflettono nelle acque del laghetto e giocano a nascondino fra le piante, finché il laghetto si prosciuga e le piante cadono.
Assisi, ma Il Pincio dov’è finito?
Dov’è la sua poesia, la sua vita, la sua gaiezza, la sua irruenza? Per caso, sono tornati i frati cappuccini? Assisi sa il Pincio, lo conosce, sa cosa vuole dal Parco, Assisi, dico, che sta fuori e dentro le mura, Assisi che, contro ogni silenzio e ogni indifferenza, sa Il Pincio e va al Pincio, anche guardandolo da sopra un muretto di confine.
Ahimé, l’elenco delle cose che ad Assisi son soggette a disfarsi, a cadere nell’oblio, è lungo.
Il Pincio, o come più propriamente si chiama “Parco Regina Margherita”, forse ne è l’emblema.
Che fare? Parafrasando un opera di Lenin.
Di sicuro questa amministrazione, come su tante altre cose, ha poche idee ma certamente confuse.
Tutto sembra che questa amministrazione, privata per vari motivi dell’opposizione, se ne stia chiusa dentro la loro Versailles, fregandosene di quello che succede fuori.
Sperperando pubblico danaro per improbabili iniziative, spacciate come eventi culturali mondiali…
Anche se non vi sono prove che Marie Antoinette abbia pronunciato la famosa frase, direi a questo punto “Che mangino le brioches”.
Ebbene sì, dobbiamo mangiare le brioches! C’è solo un piccolo e sicuro particolare, storicamente provato al contrario della frase sulle brioches, che il a Parigi il 16 Ottobre del 1793, a Place de la Concorde, perse la testa sotto la ghigliottina.
Lungi da me l’esortazione alla violenza. Questo sta solo a significare che prima o poi ci libereremo da questa amministrazione. Oramai invisa da tutti, per occuparsi di tutto fuorché delle cose serie e dei problemi veri e cogenti dei cittadini.