Pincio, tanto schiamazzo per nulla, l’arcano silenzio Comunale è svelato

Il Parco Regina Margherita di Assisi. Progetto di riqualificazione

Pincio, tanto schiamazzo per nulla, l'arcano silenzio Comunale è svelato

Pincio, tanto schiamazzo per nulla, l’arcano silenzio Comunale è svelato

da Maurizio Terzetti
Tanto schiamazzo per nulla! L’arcano del silenzio comunale sul Pincio è svelato: mercoledì 22 maggio, nella Sala della Conciliazione, dalle ore 16, l’architetto Bruno Broccolo, il dottor Alberto Capitanucci e Marco Rinaldi parleranno de “Il Parco Regina Margherita di Assisi. Progetto di riqualificazione: le specie arboree, censimento, classificazione, diagnosi e cura”.
Soddisfatti?
Fra i diretti interessati, i lecci, è corso questo dialogo.

  • – Ci censiscono! Ci censiscono!
  • – Ma lo sai, almeno, cosa vuol dire?
  • – Che arrivano, ti misurano, ti abbracciano, ti fanno prelievi di corteccia, ti montano in groppa, ti guardano nelle foglie…
  • – No, nelle foglie no, ti prego, mi vergogno!
  • – Sì, sì, anche nelle foglioline e poi ti scaveranno la terra intorno per toccarti le radici, se no che censimento è?
  • – E dopo? Riaprono i cancelli?
  • – Prima bisognerà vedere in che stato siamo, ci sarà da fare delle cure, respirare aria salubre, di montagna!
  • – Ma non siamo noi che dobbiamo fare l’aria buona per la gente? A noi chi ce la dà l’aria buona?
  • – Non hai tutti i torti. Forse qualcuno di noi si dovrà sacrificare, lasciare spazio ai più sani.
  • – Su, su, adesso non ci pensate. Rallegratevi, lasciatevi censire, ordinatamente, senza inalberarvi troppo!
  • – Dunque quelle persone che ogni tanto entrano di nascosto, si fanno un giro, prendono appunti e borbottano servono a questo?
  • – Forse. In ogni caso, verrà il giorno, fra un anno o, meglio, due, che saremo rigogliosi e torneremo a proteggere come si deve i sogni degli assisani.
  • – Riapre il pomiciatoio?
  • – Come sei poco fine!
  • – Fine o no, fratelli, è la fine di quell’epoca, ce l’hanno giurata…
  • – Che vuoi dire?
  • – Che pensano a un altro modello di sviluppo del nostro Pincio, pardon, Parco.
  • – Sì, anch’io l’ho sentito dire: ospiteremo molta didattica ambientale, saremo un laboratorio arboreo, un’enciclopedia silvestre, una biblioteca fitologica, un’aula di botanica…
  • – Bella noia! Bel muschio!
  • – Qualcuno di noi, può essere, servirà anche per le arrampicate assistite e per le discese in teleferica.
  • – Roba da circo!
  • – Non ti permetto: il sogno di vivere sugli alberi è vecchio quanto il mondo e sai quanti ragazzini può attirare!
  • – Fa’ tu, sulle tue spalle puoi far fare ciò che vuoi, io sulle mie…
  • – Tacete, non sarete voi a decidere. Il protagonismo che ci guadagnerete non l’avete mai conosciuto.
  • – E bravo tu, leccio politico! Tutte le emozioni, la poesia, le passeggiate, gli amori di un tempo non torneranno più. E non ci saranno nemmeno più concerti, recite, danze e balli, cazzeggi di ogni tipo e specie. Non apriranno nemmeno un varco a monte, chi fa lunghe passeggiate non passerà da qui per salire al Subasio. Ti va bene così, leccio politico?
  • – Non lo so, non lo so…
  • – Ma lo sai, almeno, che nel convegno del 22 maggio non ci hanno nemmeno chiamato col nostro nome? In un consesso scientifico come quello siamo il Parco Regina Margherita di Assisi, mica il Pincio! E le feste, i balli, non li fanno mica da noi, che, dopo tanti mesi di chiusura al pubblico, siamo ancora insicuri e inagibili, li fanno a Fontemaggio!

9 Commenti

  1. Sotto il velo, magari, ci andrà lei. E non sarà un velo di pietà, ma di altri tessuti molto meno nobili, di colore marroncino chiaro…

  2. Io invece mi complimento con Terzetti sia per l’originalitá del “pezzo” che per la costanza e competenza con cui porta avanti questa battaglia da molti ignorata. (Volutamente?)

    • UN ALTRO INIZIO: BIRBA CHI LEGGE
      Ringrazio Camillo Benso e provo a rilanciare con un piccolo indizio che riguarda sempre la fine di maggio. IL 22 maggio si presenta il progetto di riqualificazione del Pincio e la settimana dopo, precisamente dal 30 maggio al 2 giugno, c’è la seconda edizione di “Birba chi legge”, il cui tema è, quest’anno, “Sette volte bosco”.
      Senza entrare nel discorso del Festival per i bambini, posso solo farmi venire il dubbio che almeno uno dei sette boschi possa essere quello del Pincio.
      Sarà così?
      Lo chiederò, prossimamente, ai miei adorati lecci.
      In un mondo senza informazioni, come accade ad Assisi soprattutto con il Pincio ma per tante altre vicende comunali, la satira deve essere accompagnata per forza di cose dalle indagini!

  3. A questo “cittadino” non piace che parlino dei lecci anziché degli umani. E lui, allora, che invece di parlare a viso aperto si nasconde dietro un velo? Non può parlare un po’ di più, come i lecci, esprimere qualche argomento, dare segni di dibattito, ancorché polemico e ostile? Così è troppo facile: non dire niente per pensare di avere fatto capire tutto vuol dire veramente offendere i cittadini. Dica, esponga, il nostro cittadino che cosa ritiene di non vero o di inesatto in quel pezzo! Si pronunci satireggiando, come in satira è il mio pezzo. Ma che dica qualcosa oppure eviti, proprio eviti, di commentare quello che scrivo. Ci farà più bella figura.

  4. Caro cittadino, come sempre la verità fa male e allora chi si sente colpito risponde in malo modo. Credo che in questo spazio non ci sia posto per chi non commenta senza rispettare gli altri.

  5. Mi associo a Grillo Parlante, Camillo Benso ed ovviamente condivido quanto ha sinora fatto e scritto Maurizio Terzetti, specialmente questo ultimo pezzo che è giustamente e giocosamente irriverente. Nel senso più nobile del termine.
    L’irriverenza, quando costruttiva e fattiva, è una finezza che pochi riescono a comprendere. Specialmente quando questa è seria e non politica. È a questo punto che i politici, i politicanti ed i Dulcamara di turno, diciamo se ne “hanno a male”.
    La verità fa male a chi ha la coscienza “sporca” o a chi non ne ha per nulla, asservito a alla politica, quella con la p minuscola.
    Quella degli arrivisti, di ogni ordine, orientamento e colore.
    Oggi la politica tutta, nessuno escluso, è un coacervo di faccendieri azzeccagarbugli e Dulcamara, che non hanno a cuore i cittadini, ma principalmente i loro interessi e quelli dei loro compari.
    Lontani dalla gente e dalle necessità della gente.
    Forse avrò esagerato?
    Non saprei però, ahimé, ho visto la politica degli ultimi trent’anni, per dirla con Shakespeare, (dall’Otello, anche se si riferiva alla gelosia) “È un mostro verdecchiuto che dileggia il cibo di cui si pasce”.
    Volendo financo scomodare Cicerone, possiamo aggiungere: “O tempora, o mores”. Facendo la c.d. versione dal latino, potremo dire: “Che tempi! Che costumi!”.
    Non mi scandalizzò più di nulla.
    La mia povera nonna soleva dire: “S.P. Sempre Peggio”.

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