Verde pubblico ad Assisi perché non viene fruito dagli abitanti? Chiede Mario Bellini

Assisi perde anche il Pincio, nota di Stefano Pastorelli, Lega

da Mario Bellini
Verde pubblico ad Assisi perché non viene fruito dagli abitanti? Chiede Mario Bellini
Alla vigilia di rilevanti incontri sull’importanza dell’architettura e del design nella vita e nell’ evoluzione di una comunità, voglio concorrere al dibattito introducendo una specifica questione: Perché in Assisi gli spazi di verde pubblico, che sono situati addirittura all’interno delle mura civiche, non vengono minimamente fruiti dai suoi abitanti? E’ chiaro che mi riferisco ai due principali giardini quali il “Parco Regina Margherita (Pincio) e l’antistante “Piazzale Trieste”. Da anni, specialmente il primo, è soggetto a continue (ri)proposte, sempre andate deluse, al fine di restituirgli quell’attualità che aveva nei lontani anni 70/80.

Varchi di controllo erano un falso rimedio per la sicurezza della Basilica

Il secondo a mia memoria non l’ha mai avuta. Ci sono momenti in cui la collettività non riesce a dare risposte chiare e consapevoli dei propri bisogni, l’inconsapevolezza del cosa fare è imperante e totalizzante. Purtroppo, come scrive Nicola Di Battista, “nessuno può scegliersi il tempo in cui vivere, siamo obbligati a vivere il nostro, l’unico che ci è concesso”, pertanto ecco che tale quesitone necessita di un’analisi tempestiva, valida e appropriata.

Per quanto riguarda “il verde “siamo, ahimè, rimasti legati ad un ‘idea di pensiero ottocentesca che affonda le sue radici direttamente nell’ hortus conclusus medioevale. Mura alte, siepi spesse, filari di alberi che occludono la vista e non fanno passare la luce e la ciliegina sulla torta è un cancello che viene aperto e chiuso ad ore canoniche.

Tutto per tenere lontani bambini, mamme, anziani, turisti, insomma la vita stessa. La società cambia velocemente, nuovi pensieri, nuovi desideri, in una parola nuovo immaginario, c’è necessità di un nuovo patto tra generazioni che includa piuttosto che escluda. Concludo allegando alcune foto, prese oggi, dove si vedono bambini giocare in un angusto e polveroso spazio all’ingresso di Assisi (Porta Nuova) ed altre del suddetto piazzale Trieste desolato e deserto. Ci sono pure le mura esterne del Pincio che mi ricordano tanto quelle di un penitenziario.

Mario Bellini.

7 Commenti

  1. Ma che domanda viene posta? L’autore ha visto in che condiziogni versa il Pincio? Provi ad andarci con una carrozzina o un passeggino e poi ne riparliamo.

  2. Mi perdoni Lei ma rileggo e continuo a pensare che se il Pincio fosse tenuto in debito modo sarebbe fruito da molti……Piazzale sottostante credo sia fruito.
    Meno voli pindarici…..Più concretezza
    .

  3. Penso che tale querelle possa poco interessare i lettori di questo blog comunque, caro grilloparlante, (diamoci pure del lei se lo vuole) avevo promesso di riparlarne ed eccomi qua. I suoi commenti sul mio articolo ( ed anche in un altro precedente, quello che riguardava la chiusura della piazza di San Francesco) denotano un poi’ di astio non tanto verso le mie idee quanto riguardo il sottoscritto come tale. Le do subito una spiegazione a riguardo. Lei asseriva nel primo intervento che frequentare il Pincio per madri con bambini era problematico date le cattive condizioni in cui versa il parco. Bene nel mio articolo c’è un proprio un passaggio dove sottolineo questo fatto, ecco perché pensavo non l’avesse letto. In sostanza è stato capace di polemizzare con chi ha espresso le sue stesse idee. Non facile è? Per quanto riguarda i voli pindarici le faccio notare che non ho fatto né specifiche proposte né avanzato dei progetti, di conseguenza lasciamo in pace Pindaro. Ho messo solo l’accento sulla vetustà ed inattualità dei due parchi che avrebbero assoluto bisogno di un approfondito restyling. Se, invece, il problema è altro, sarebbe bene spiegarselo apertamente alla luce del sole non dietro uno pseudonimo. Oh.. intendiamoci non critico l’anonimato, anzi lo ritengo una delle grandi conquiste della democrazia, ma se si passa dalla discussione di idee e concetti a quella di fatti personali sarebbe bello giocarsi la partita alla pari. Non crede? In una cosa le dò ragione ci vuole più concretezza e mi lasci aggiungere altri due avverbi serietà e serenità.

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