Fertility room stanze della fertilità una lettera intelligente e di contenuto ASSISI – Caro Direttore, in questi ultimi giorni si è parlato molto di Assisi per l’idea di promozione turistica incentrata sulle « stanze della fertilità » (fertility room) avuta da alcuni albergatori, per far fronte all’ondata di cancellazioni avvenuta in seguito al terremoto di Umbria.
Non intendiamo unirci al coro di critiche che sono piovute su questa iniziativa, critiche che hanno assunto spesso toni comici al limite del volgare (in riferimento alla puntata di « Pomeriggio Cinque », condotto da Barbara D’Urso, andata in onda il 23 novembre).
Vogliamo invece prendere spunto da questa iniziativa per fare alcune riflessioni e fornire magari dei suggerimenti che, ci auguriamo, possano essere presi in considerazione dall’Amministrazione Comunale di Assisi.
Si è detto che, grazie all’idea delle « stanze della fertilità », Assisi sia quanto meno salita alla ribalta richiamando l’attenzione di TV e giornali nazionali ed internazionali (ne ha parlato anche la BBC) perché come diceva Oscar Wilde : “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.”
Ci permettiamo di ricordare che la città di Assisi è già molto nota in tutto il mondo e la sua immagine è legata indissolubilmente al messaggio di pace, povertà ed umiltà di San Francesco. Da umbri ed assisani vorremmo che siano questi i valori legati al nome di Assisi che si continuino a tramandare nel tempo.
Si è detto che l’iniziativa delle « stanze della fertilità » servirà sicuramente ad incrementare il turismo. Non ne siamo convinti. Questa promozione è per sua stessa definizione discriminatoria. E’ fin troppo evidente che potranno usufruirne solo coppie desiderose di avere un figlio. Rimarranno per forza escluse quelle coppie che di figli già ne hanno e non hanno intenzione di averne altri, quelle che non ne possono avere (eterosessuali, omosessuali od ormai troppo avanti negli anni, non fa differenza), quelle che non ne vogliono, i viaggiatori singoli, giovani od anziani che siano, le scolaresce, insomma ne rimarrebbe fuori la stragrande maggioranza dei turisti che vengono ad Assisi.
Tutte le iniziative che coinvolgono il tema della « fertilità » non hanno mai avuto successo ma solo un effetto boomerang, tirandosi dietro una pioggia di critiche (vedi il « fertiliy day » proposto dal Ministro Lorenzin).
Crediamo che promuovere il turismo significhi ampliare l’offerta, renderla appetibile ad una utenza più variegata possibile, per età, categorie sociali, città e/o nazione di provenienza.
Ad Assisi, credenti e non, vengono a migliaia ogni anno per ammirare la sua bellezza, per godere della pace che si respira camminando tra i vicoli, per avere un momento di raccoglimento ; vengono per visitare le chiese, ammirare le opere di Giotto e Cimabue esposte nella Basilica di San Francesco, ma anche per deliziarsi della buona cucina ; numerose sono le specialità umbre, l’olio d’oliva e il buon vino, prodotti che non hanno nulla da invidiare a quelli di altre regioni d’Italia.
Viste le cancellazioni in massa avvenute in seguito alle notizie allarmanti sul terremoto in Umbria, gli albergatori avrebbero potuto attrarre i turisti con delle promozioni, offrendo per esempio una notte a chi avesse deciso di trascorre piu giorni nella città serafica.
Per concludere, caro Direttore, crediamo che per promuovere il turismo ad Assisi si debbano, prima di tutto, migliorare i sistemi di trasporto. Tutti sanno che in Umbria si arriva bene solo in macchina e che, per chi arriva in Italia con l’aereo, l’obbligo è il noleggio di un’auto. Purtroppo, forse a causa di una scarsa pubblicità, Alitalia ha soppresso i tre voli giornalieri esistenti dall’Aeroporto di Assisi a quello di Roma Fiumicino, rendendo l’Umbria ancora piu isolata.
Ci chiediamo da tempo perché non aumentare il numero di treni di collegamento tra Assisi e l’aeroporto di Fiumicino, in modo da avere coincidenze con i voli in arrivo su Roma. Lo stesso vale per i collegamenti con Firenze, perché non mettere un treno rapido “Freccia Bianca” come esistono in altre regioni, per accorciare le distanze con Firenze e Roma, stazioni di transito di treni ancora piu veloci come “Freccia Rossa”.
Questi treni faciliterebbero l’arrivo dei turisti anche stranieri ad Assisi, che diventerebbe una tappa obbligata dei tour operator (come Roma, Firenze o Venezia) e si avrebbe anche un decongestionamento del traffico nella nostra regione, oltre che una maggiore sicurezza e il rispetto per l’ambiente.
Speriamo, caro Direttore, che la nostra lettera arriverà all’Amministratore Comunale di Assisi e all’Assessorato del Turismo e della Cultura della Regione Umbria e che qualcuno vi trarrà spunto per valorizzare Assisi e migliorare il turismo in Umbria.
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