Assisi, Tamburi (Realtà Popolare): “Il centro storico è morto”

Realtà Popolare, riunione incontro, secondo appuntamento il 5 marzo

Assisi, Tamburi (Realtà Popolare): “Il centro storico è morto”
Assisi centro storico? Un’isola spirituale in un deserto sociale!

da Giampiero Tamburi (Segretario Nazionale) – Ad Assisi, il centro storico è morto. Una politica urbana e sociale dissennata, anzi una non politica, lo ha reso da un punto di vista abitativo un disastro. Gli assisani non lo abitano più. Al loro posto, le loro case, vengono comprate o affittate a stranieri. Il commercio, a parte negozi che sono specializzati nella vendita di souvenir o arredi religiosi, non esiste più.

Per trovare un negozio di frutta, alimentari, macelleria; insomma, di tutte quelle derrate alimentari che necessitano a normali famiglie per andare avanti nella vita quotidiana, si devono cercare con “il lumicino”.

È tanto vera questa affermazione che, i commercianti hanno dovuto apporre cartelli direzionali per indicare l’ubicazione di quei pochi negozi che fanno questo servizio. Tutto Assisi, centro storico, è cosparso di bar, pizzerie, alberghi e ristoranti a beneficio solamente dei turisti o, meglio ancora, del turismo dedicato ed indirizzato solamente alla città Serafica, per calpestare il suolo che dette i natali a San Francesco e Santa Chiara, non tenendo minimamente in considerazione la possibilità di attivarsi, parallelamente, per far conoscere quelle bellezze storiche ed artistiche che la città ha da offrire, fonti anche quelle, di risorse non indifferenti per il contesto socio-economico e culturale di Assisi.

Ma si pensa veramente che la Chiesa Cattolica non sia d’accordo nel valorizzare e potenziare questo aspetto dell’economia della città? 

Le politiche comunali che si sono succedute negli anni passati, sono state capaci di comunicare un solo l’aspetto della città Serafica; aspetto certamente molto importante ma non l’unico che gli compete, non facendo nulla, ma proprio nulla su quello che avevano il dovere di portare avanti come amministrazione e cioè evitare una desertificazione del centro storico più totale.

Una politica urbana completamente assente o inefficiente e fallimentare, che non ha avuto la capacità o voluto guardare con un occhio diverso la città e rendersi conto che all’aspetto importantissimo della religiosità, dovevano affiancare una concreta volontà di mettere in atto, in tal senso, progetti sociali a lungo termine e non solo rincorrere la mera emergenza che di volta in volta si presentava. Bisognava, nel contempo, valorizzare e incentivare l’aspetto residenziale per mantenere un volto diverso da quello che purtroppo ora ha assunto; sperando che non sia irreversibile.

Hanno saputo lasciare, nel loro modo di concepire la gestione di Assisi con una prospettiva che non riusciva a vedere ad un palmo dal loro naso, la religiosità avulsa da un contesto sociale che non esiste più. In tutto questo fallimento del centro storico c’è anche la cruda realtà delle frazioni lasciate completamente a se stesse, senza o quasi, quei servizi che ne possano garantire una adeguata vivibilità e disgraziatamente anche lasciate scollegate, da un punto di vista logistico, completamente dal centro storico.

In parole semplici: non hanno messo la collettività al centro dell’interesse ne da un punto si vista sociale, ne da quello culturale e tanto meno morale. Si dice che Assisi abbia bisogno di un Sindaco con una personalità socialmente “INN”: sbagliato! Assisi ha bisogno di un Sindaco, di una Giunta e di un Consiglio che siano capaci di osservare la città da tutti i punti di vista nel suo complesso, per incrementare un’economia, attraverso progetti a lungo respiro, che diano il giusto indirizzo al commercio essenziale per far ripopolare il centro storico dai suoi legittimi proprietari, e nel contempo, limitare il commercio di oggettistica religiosa, dell’industria alberghiera e di ristorazione alla loro vera necessità, indirizzando tutto il potenziale imprenditoriale che l’economia locale può esprimere, verso obbiettivi e settori diversificati, secondo le vere esigenze del territorio comunale garantendo, con ciò, un reale incremento della ricchezza e del benessere della propria collettività.

Assisi

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