Donne in fabbrica e scrittori in trincea l’impatto della Grande Guerra, anche ad Assisi

da Lara Partenzi ASSISI – Donne e scrittori. In comune hanno il fatto di aver vissuto la tragica esperienza della Prima guerra mondiale. Un’esperienza che ha lasciato una traccia forte, sia per i cambiamenti che interessarono la figura femminile durante e successivamente un conflitto che ne stravolse i compiti e il ruolo sociale, sia per i testi e le scritture, tutti segnati da una vera e propria svolta epocale, seppur filtrata attraverso esperienze e sensibilità diverse. Questi i temi al centro dei prossimi due incontri del ciclo “La Grande Guerra” organizzato dalla Fondazione Cariperugia Arte legato alla mostra “La Prima guerra mondiale e l’Umbria” allestita a Palazzo Baldeschi fino al prossimo 2 giugno. Dopo l’incontro organizzato a Perugia dedicato alla figura di Nazario Sauro e quello successivo che ha visto “Umbria Ensemble” esibirsi presso la Rocca Flea di Gualdo Tadino sulle note di musicisti-soldato, venerdì 20 marzo si ritorna a Perugia, dove alle 17.30 presso la sala delle Colonne di Palazzo Graziani, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Barbara Curli dell’Università di Torino interverrà sul tema “Le donne nella Prima guerra mondiale”. Non solo le donne crocerossine che per la prima volta – anticipando ciò che senza il conflitto non avrebbero vissuto che con il matrimonio – lasciano la propria casa e i propri affetti, ma anche le donne che entrano in fabbrica e svolgono nuove professioni. Donne che si tagliano i capelli corti e che indossano pantaloni. Uno sconvolgimento impensabile nella vita civile dell’epoca e che, invece, il mondo della guerra riuscì a compiere. Dalla vita alla scrittura il passaggio è breve. Sarà il professore Giovanni Capecchi dell’Università per Stranieri di Perugia a fare un approfondimento sui testi che nascono dall’esperienza della Grande Guerra. L’appuntamento è per giovedì 26 marzo alle 17.30 a Palazzo Bonacquisti, ad Assisi, dove si tiene l’incontro “Raccontare la guerra: gli scrittori in trincea”. La Grande Guerra ha prodotto – già a caldo – una vasta memorialistica e un’ampia letteratura. Sull’esperienza del conflitto hanno lasciato pagine ancora oggi di straordinario valore – storico-documentario e artistico – alcuni tra i più grandi scrittori e poeti italiani: da Giuseppe Ungaretti a Carlo Emilio Gadda, da Curzio Malaparte a Emilio Lussu. Senza contare i diari e le memorie lasciati da molti combattenti e anch’essi di grande interesse per ricostruire il significato (sul piano esistenziale e politico) di quell’immensa carneficina. Si scrive nell’attesa del combattimento, ma anche nelle retrovie, negli ospedali di campo, negli uffici. Si scrive in trincea e si scrive (o si riscrive) una volta tornati a casa. Si continua a stendere pagine negli anni successivi o si tirano fuori dai cassetti i taccuini di un tempo anche a distanza di anni dalla fine del conflitto: quella della guerra è un’onda lunga che non si infrange e non si spegne sulla diga del 1918.

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