Primo Daspo urbano emesso dal questore Cardona Sesto San Giovanni
da Franco Matarangolo
SESTO SAN GIOVANNI – L’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Di Stefano, per combattere il degrado urbano, ha portato finora a 34 segnalazioni da parte della polizia urbana, con proposte di allontanamento che il Questore dovrà valutare. Finora non ha preso nessun provvedimento di vero Daspo sui casi segnalati da Sesto San Giovanni, mentre lo ha applicato per uno straniero di Legnano che ha reiterato più volte il provvedimento.
Nel dare comunicato di questo primo Daspo in provincia di Milano, in base al decreto del ministro Minniti sul degrado urbano, il questore Marcello Cardona ha tenuto a precisare le “caratteristiche” che portano al Daspo vero e proprio e quando invece è inutile, come nei diversi casi di quelli attivati sul territorio di Sesto San Giovanni.
Ieri il questore di Milano, Marcello Cardona, ha emesso un cosiddetto ‘Daspo urbano’ nei confronti di una persona resasi responsabile di reiterati casi di denuncia nel Legnanese. Il Daspo urbano è un provvedimento di allontanamento previsto dal Decreto Legge 20 febbraio 2017 n.14, che contempla provvedimenti su richiesta dei sindaci “per chi si è ripetutamente reso protagonista di lesioni al decoro urbano o altri reati con l’allontanamento fino a 12 mesi. Stessa misura, ma per un periodo da 1 a 5 anni, per chi spaccia droga nelle discoteche e locali di intrattenimento“.
Il 24 luglio scorso il sindaco di Sesto S.Giovanni aveva anticipato l’intenzione di utilizzarlo, e successivamente ne avrebbe poi chiesto un certo numero al questore di Milano.
Tant’è che su 47 richieste arrivate in Questura ad oggi ben 34 sono di Sesto San Giovanni. Ma lo stesso questore ha tenuto a precisare alcune cose importati: “Le condizioni per l’emissione di un Daspo urbano – sono parole del Questore Cardona – sono la pericolosità sociale delle condotte di chi viene proposto per il provvedimento e la reiterazione delle azioni. Altrimenti si rischia un’interpretazione impropria del Daspo, che deve essere sempre applicato in modo rigoroso da un punto di vista procedurale”.
Il modo rigoroso si riferisce alla pericolosità per la sicurezza delle persone, mentre non può essere proposto per un Daspo chi si sdraia sulle panchine per dormire, a un poveraccio che fa l’elemosina senza dare fastidio alle persone o peggio in base al colore della pelle. Le precisazioni del Questore aiutano a capire che l’ordinanza del sindaco Di Stefano ha mosso un polverone, ma nella realtà le cose cambieranno di poco. Tranne il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine. Ma quanto durerà? Sesto non è e non sarà l’eccezione all’Italia.
Visto che l’argomento ha provocato le reazioni dei rappresentanti della destra di Assisi, ivi compreso il permaloso ex sindaco Giorgio Bartolini, riporto il pensiero del Questore di Milano, che mi sembra la pensi come me sull’argomento.
Ho commentato su facebook che questo articolo è rivolto a quelli che non sanno di cosa parlano e sollevano polveroni sulla sicurezza intrisi di demagogia un tanto al chilo.
Franco Matarangolo
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