Le Idi di maggio, archiviato il dolore, ora serve guardare avanti

Le Idi di maggio, archiviato il dolore, ora serve guardare avanti

Maurizio Terzetti, toto assessore, ma di cultura e turismo quando si parla?di Maurizio Terzetti
Le Calende del mese di maggio sono ormai passate. Archiviati il dolore e il danno, la poesia e il sentimento con i quali si è superato il passaggio della mancanza della Festa, il calendario impone di guardare avanti. Bisogna  cambiare riferimento cronologico, andare verso la metà del mese, le prossime Idi, tanto per cominciare.

  • impegnarsi in un lavoro per la città

Quest’anno,  non è, quello delle Idi di maggio, il tempo del riposo e della bella pigrizia. Poteva esserlo l’anno scorso, per via dell’enorme dispendio di energie gettate nel fuoco della Festa.
Quest’anno, ciò non è possibile. Quest’anno di energie ce ne sono a sufficienza per impegnarsi in un lavoro per la città che non può essere rimandato al momento in cui ci si riprende, di norma, dai fumi della Festa.

  • fare esercizi di riprogettazione della Festa

E non basta, adesso, riflettere, fare esercizi di riprogettazione della Festa, riempire, anche se solo virtualmente, tavoli decisionali di niente e provvisti solo di abbuffate intellettuali. Bisogna dare fondo a quella concretezza che è tipica della Festa, bisogna trasformare in una qualche iniziativa della città il patrimonio creativo inespresso a causa dell’ emergenza sanitaria.

  • questione della riconsegna del Palio

Quanto ancora si potrà andare dietro alla pure importante questione della riconsegna del Palio? È sintomo di vitalità portaiola, non lo nego, ma rischia di ingessare la festa intorno a progetti non adeguati alla sua grandezza.

  • Ho sempre ritenuto che “Universo” non fosse l’idea giusta

C’è l’estate alle porte: perché la città non chiede al Calendimaggio di farsi protagonista della ripresa culturale e turistica di Assisi? Ho sempre ritenuto che “Universo” non fosse l’idea giusta per Assisi, ma se anche il Festival dovesse chiamarsi “Universo” anche nel 2020, lo affiderei – prima che a qualcuno vengano in mente mostri organizzativi e gestionali di qualunque sorta – all’ideazione e all’organizzazione delle due Parti de Sotto e de Sopra, con l’Ente Calendimaggio come garante e il Comune come capofila-ispiratore.

De Sotto per il suo territorio e De Sopra per il suo, a Piazza del Comune condivisa, dovrebbero, perché lo possono, dare vita a un cartellone estivo disseminato – per piccoli eventi compatibili con la burocrazia sanitaria che rimane prioritaria – in ogni spazio ritenuto utile, aperto o chiuso, della città.

E dovrebbero fare leva sulle loro abilità per il Medioevo e dintorni, con l’impegno, però, di produrre o di acquistare, anche, piccoli eventi legati alla nostra contemporaneità e all’attualità culturale. E dovrebbero, infine, realizzare tutto questo col massimo ricorso alle professionalità culturali e alle compagini artistiche della città.

  • Solo il Calendimaggio conosce la città

Solo il Calendimaggio conosce la città nei suoi vicoli e nei suoi angoli più nascosti, nel suo presente nel suo passato prossimo, solo il Calendimaggio sa dove collocare in sicurezza, per chi tornerà in Assisi, la poesia di uno spettacolo fatto di Medioevo e non solo, alternando, in momenti successivi, storie autonome di varie epoche di musica e canto, recitazione e gusto del genius loci, smettendola magari di pensare ai mercatini e ai giocolieri di strada che si trovano ormai dappertutto.
Chi – fra le Parti, l’Ente e il Comune – deve acquistare il primo chiodo?

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