L’ultima giornata del Cortile di Francesco si apre con Mimmo Lucano

L'ultima giornata del Cortile di Francesco si apre con Mimmo Lucano

L’ultima giornata del Cortile di Francesco si apre con Mimmo Lucano

Grande attesa ad Assisi per Sebastiao Salgado. Oggi alle 20.00 il fotografo brasiliano proietterà, sulla facciata della Basilica Superiore di San Francesco, le immagini del nuovo progetto “Amazonia”.  Durante l’evento Salgado dialogherà con il Cardinale Gianfranco Ravasi.

L’ultima giornata del Cortile di Francesco si apre con Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, simbolo dell’apertura ai migranti. “Accogliere, creare comunità”, l’evento a cui parteciperanno anche Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium, e il missionario comboniano Alex Zanotelli. Modera il direttore di RaiNews Antonio Di Bella. Al salone papale del Sacro Convento, imprese e parti sociali a confronto. I presidenti di Confindustria e Coldiretti, VincenzoBoccia e Ettore Prandini, con gli Amministratori Delegati di Enel e Ferrovie dello Stato, Francesco Starace Gianfranco Battisti: “Un’economia a misura d’uomo per affrontare la crisi climatica e produrre lavoro. Una sfida per la politica e la società”. All’evento anche l’ex segretario Cgil, Susanna Camusso. Modera il presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci.

Alle 16.30 in piazza Inferiore di San Francesco, il fotografo Oliviero Toscani in un dialogo col direttore del Corriere dell’Umbria, Davide Vecchi, sulla “Comunicazione visiva”.

Presenti anche i parlamentari Graziano Delrio e Laura Ravetto, in un incontro sul tema dell’accoglienza moderato da Bianca Berlinguer.

1 Commento

  1. Carissimo Signor Domenico Lucano,
    Lei è salito alla ribalta dellr cronache per dei presunti fatti di cui è stato accusato.
    Di ciò se ne occuperà la Magistratura, come giusto che sia.
    È ovvio che non volevo parlare di wuesto che non mi compete. Del resto Lei sembra un Galantuomo di altri tempi e ho la convinzione che Lei, ciò che di fattivo ha fatto, è stato un gesto nobile e certamente da imitare.
    Ci sono tanti piccoli centri, e non solo in Calabria, che si stanno spopolando e ripopolarli è una idea interessante e che può dare delle chance migliori per certi disgraziati che, altrimenti, possono essere a loro volta vittime dello sfruttamento, o entrare nel più comodo mondo della criminalità.
    Mi permetto di dire, però, che affinché il suo esperimento sociale e di integrazione possa andare a buon fine e divenire replicabile, occorre che vi sia anche la fattiva volontà di coloro che sono accolti ad integrarsi.
    Che significa, il rispetto delle nostre tradizioni, delle nostre Leggi, e il rispetto per il Paese che li ospita, il rispetto per le donne (che è anche un problema italiano).
    Non conosco nel dettaglio il suo esperimento ma, se ciò non fosse, per dirla con la chimica, non otterremo una soluzione, cioè una miscela omogenea in cui una o più sostanze sono contenute particelle diverse mescolate e distribuite in modo uniforme nello spazio disponibile in modo che ogni volume di soluzione abbia la medesima composizione degli altri, ma otterremmo una emulsione cioè una dispersione, più o meno stabile, di un liquido sotto forma di minutissime goccioline in un altro liquido non miscibile con il primo.
    Esempio l’acqua e l’olio.
    Oggi si trascura questo elemento.
    Molti non vogliono mescolarsi con la nostra società e rimanervi uniti seppur diversi, molti si vogliono solamente emulsionare. Con il fatto che l’acqua rimane acqua e l’olio rimane olio.
    Oggi l’integrazione dovrebbe portare, quindi ad una miscela omogenea di cose differenti e non una emulsione, dove i due elementi non sono omogenei tra loro.
    Questo è il problema.
    Accogliere carne da macello per mandarla a spezzarsi la schiena a due Euro e mezzo l’ora, e farli vivere in baracche nemmeno adatte ad animali, questa non è l’accoglienza alla quale Lei parla. Ciò è la schiavitù di due secoli fa.
    Mon parliamo poi di quelli che proprio di lavorare non hanno voglia, e che preferiscono mendicare o cadere nello spaccio di stupefacenti, magari con la mafia nigeriana. Oppure con quella nostrana.
    Quindi, ho voluto soffermarmi su ciò, in senso costruttivo.
    Evidenziare che c’è accoglienza e accoglienza, e che a tutto c’è anche un limite. Non vorrei fare dei ragionamenti qualunquisti, ma occorre anche dire che non possiamo accogliere indiscriminatamente, altrimenti si andrebbe a creare una brutta guerra tra disgraziati nostrani e disgraziati con la pelle diversa dalla nostra. Portando quindi benzina al fuoco del razzismo.
    Est modus in rebus.

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