Les Moustaches in “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”

Les Moustaches in “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”

Dopo un’apertura di Stagione straordinaria, il Cartellone del Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi prosegue il 30 Novembre alle 21:15, con il pluripremiato spettacolo “LA DIFFICILISSIMA STORIA DELLA VITA DI CICCIO SPERANZA” della Compagnia LesMoustaches scritto e diretto da Alberto Fumagalli in collaborazione con Ludovica D’Auria; in scena Damiano Spitaleri, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri.

Dopo aver ottenuto importanti riconoscimenti come Miglior spettacolo, Premio Fersen e Premio della Critica al Roma Fringe Festival 2020, Selezionato per Venice Open Stage 2020, Finalista di Direction Under30 2020, Finalista In-Box 2021, i fantastici attori calcheranno le tavole de “gli Instabili” facendoci scoprire la storia di Ciccio.

Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare.

In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebbastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa.

Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, il nostro protagonista, in tutù rosa non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera.

Così raccontano i registi dello spettacolo: “Ciccio è pieno di sogni, a volte decisamente fuori dalla sua portata, ma ha il diritto di provarci e di vivere la vita che vuole. Attraverso un linguaggio inventato, poetico e ironico nel suo impasto di dialetti, evochiamo una famiglia di provincia schiacciata dalla sua marginalità sociale, da un immobilismo drammatico e contemporaneo.

La storia di Ciccio è colma di disagio, giovinezza, identità e voglia di libertà.

Il teatro ci permetterà di superare i pesantissimi limiti che ingabbiano l’esistenza di Ciccio Speranza, inserendo il sogno, il fantastico, l’inarrivabile.

Attraverso un tutù rosa Ciccio volerà come una farfallaccia, passando da una dimensione pesante e terrena a una leggera e sognante. Saremo così pronti a catapultarci, in carpiati salti emotivi, dentro una commedia nera tra barbabietole e muggiti stonati. Una storia sporca di fango, un sogno malconcio e bistrattato che non si arrende mai.

RASSEGNA STAMPA

“Una regia molto fisica, sia per il lavoro fatto con gli attori, per l’ambientazione, ma anche per la scelta di un linguaggio che in questa occasione si fa materia concreta sul palco.

Per la famiglia Speranza è stato ideato un nuovo lessico grazie all’impasto di sonorità, accenti, cadenze e dialetti diversi: in alcuni momenti la loro lingua può ricordare il bergamasco, in altri il napoletano, poi forse l’umbro e perchè no, a volte sembra sia spagnolo.

Un testo vivace, dallo stile ironico, arricchito con motivetti simpatici e improbabili preghiere della sera, che contribuisce senza alcun dubbio nella buona riuscita di questo piccolo capolavoro.” (dramma.it)

 “Uno spettacolo ostinatamente ruvido e struggentemente poetico.

Ingredienti così ben dosati da regalare una rigogliosa “lievitazione” allo spettacolo.  

Una drammaturgia e una regia, quella di Alberto Fumagalli e di Ludovica D’Auria, che ha trovato il modo di rendere prepotentemente interessante il tema della rigidità dei costumi patriarcali: una rigidità sorda e cieca alle spinte propulsive del “nuovo”. (E ora: Teatro, Sonia Remoli)

“Il lavoro di Fumagalli sulla lingua è incredibile, non solo perché fa calare benissimo lo spettatore in un’atmosfera paesana e aumenta l’asfissia psicologica di Ciccio, ma anche perché, al contempo, disorienta e universalizza la vicenda recitata, giacché non si può legare l’idioma utilizzato a nessun luogo reale. Il senso dell’operazione di Fumagalli è chiaro e limpido: non è un certo determinato luogo che castra le speranze di un essere umano, ma è una sovrastruttura sociale che si esplica proprio nel rispetto rigido di una società patriarcale e immutabile. (apemusicale.it)

“Lo spettacolo (Premio della critica, Miglior Spettacolo, Premio Fersen al Fringe Festival di Roma) è l’ennesimo esempio di come il teatro off sappia esprimere idee e talenti in quantità. L’interpretazione dei tre attori è davvero coinvolgente, fortemente fisica, armonica, ricca di una tensione che mantiene alto il ritmo per l’intera ora di spettacolo.” (Corriere dello Spettacolo, Paolo Leone)

“Una vicenda almodovariana fatta di ricerca della felicità, di desideri disillusi, di aspettative tradite, un percorso pieno di ostacoli e di sconfitte, perché, a volte, non basta credere nei sogni perché si realizzino.” (Hystrio, Tommaso Chimenti)

Infine, oltre alle vantaggiose formule di Abbonamento a 6, 4 o a 3 spettacoli, tutti gli Under 30, gli over 65 e i partecipanti ai Laboratori potranno accedere alla riduzione sul prezzo del biglietto degli spettacoli della Stagione 2023/24.

PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI Via Metastasio 18, Assisi (PG)

Tel. 333 7853003 – 075 816623 – info@teatroinstabili.com – www.teatroinstabili.com

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