Tentativi di truffa a nome dell’Istituto Serafico di Assisi, fate attenzione

Francesca Di Maolo: "Usare il nome di un Istituto come il nostro, che si prende cura di bambini e ragazzi con gravi disabilità, è inqualificabile

Tentativi di truffa a nome dell'Istituto Serafico di Assisi, fate attenzione

Tentativi di truffa a nome dell’Istituto Serafico di Assisi, fate attenzione

All’Istituto Serafico sono stati segnalati dei tentativi di truffa da parte di soggetti che si presentano ad aziende, enti e privati cittadini chiedendo donazioni. È una truffa.  La presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo: “Usare il nome di un Istituto come il nostro che si prende cura di bambini e ragazzi con gravi disabilità è inqualificabile”.

Assisi 31 maggio 2021 – L’Istituto Serafico di Assisi, dopo alcune segnalazioni giunte in Istituto, invita i cittadini a prestare attenzione a dei tentativi di truffa organizzati usando senza alcun diritto il nome del Serafico.

“Non esistono operatori del Serafico che si presentano alla porta di aziende, enti o privati cittadini per chiedere offerte o per vendere prodotti per conto dell’Istituto stesso. Prestate attenzione, è una truffa”.

La comunicazione è della presidente del Serafico, Francesca Di Maolo, dopo le segnalazioni di episodi di questo tipo arrivate in Istituto.

Usare il nome di un Istituto come il nostro – prosegue Di Maolo – che si prende cura di bambini e ragazzi con gravi disabilità è inqualificabile”. Secondo quanto riferito, una donna si presenterebbe ai cittadini per vendere fiori o altri prodotti con il presunto scopo di raccogliere fondi a favore dell’Istituto che svolge attività riabilitative, psicoeducative e di assistenza sociosanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Ma il Serafico, si ribadisce dall’Istituto, è completamente estraneo all’iniziativa. “La raccolta fondi a favore delle attività che svolgiamo – aggiunge Di Maolo – non avviene mai con questa modalità. Noi dialoghiamo con il nostro pubblico, utilizziamo i social, scriviamo lettere presentando i nostri progetti e inviamo le nostre newsletter per restare in contatto con i tanti sostenitori. Se qualcuno desidera donare trova all’interno di questi strumenti le modalità per sostenerci e restare accanto ai nostri ragazzi”. L’ Istituto ha segnalato il fatto alle forze dell’ordine.

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