L’ANEI di ASSISI si presenta

L'ANEI di ASSISI si presenta

L’ANEI di ASSISI si presenta

La neonata delegazione comprensoriale (Assisi-Bastia Umbra-Bettona-Cannara) dell’ANEI (Associazione Nazionale ex Internati nei lager nazisti) che fa riferimento alla sezione di Perugia “Mario Teglia”, si presenta pubblicamente.
Lo farà sabato 10 febbraio, alle ore 16, alla Pro Loco di S. Maria degli Angeli.
Sarà presente la sindaca Stefania Proietti.
Luigino Ciotti e Marco Terzetti faranno conoscere le attività e gli obiettivi dell’ANEI.
Gli iscritti locali dell’associazione e figli di IMI racconteranno con delle testimonianze quanto è capitato ai loro genitori tra il 1943 e il 1945.

Gianluca Sereni canterà due canzoni, da lui scritte, sui campi di concentramento e Silvana Lavelli leggerà delle letture su questo tema.

Sarà presente Fausto Sonno, figlio di Edoardo, unico IMI di Assisi, dei 410 che furono, ancora vivo e che ha 101 anni.
L’ANEI è costituita da figli, nipoti o parenti degli IMI, cioè gli Internati Militari Italiani che furono catturati dai tedeschi all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e portati su carri bestiami, con una odissea di molti giorni, nei campi di concentramento-lager nazisti in Germania o nei paesi sottomessi.
Per conservare la memoria dei propri cari e far conoscere a tutti la storia degli IMI che è sconosciuta ai più, e tenuta in oblio per decenni, i discendenti locali si sono incontrati per promuovere iniziative varie.
Questo perché non si ha la percezione di quanto è avvenuto, dei sacrifici, a cominciare dal lavoro coatto per più di 10 ore al giorno, le malattie, le violenze, le umiliazioni e quant’altro. Tanto è vero che dei 650.000 che dissero no all’adesione alla Repubblica di Salò (fascista), 50.000 morirono in Germania e quasi altrettanti in Italia, dopo il loro ritorno, sfiancati dalle malattie e incidenti subiti in prigionia.

1 Commento

  1. Come socia ANEI ben venga la conoscenza di questo periodo storico di cui solo di recente si parla e si racconta perché molti di loro non hanno raccontato tanta fu la loro sofferenza praticamente ignorata dalle istituzioni al loro rientro

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