ASSISI, FRANA IVANCHICH, NON SI PUO’ PIU’ ATTENDERE

ASSISI IVANCHICH
da Simone Pettirossi  PD
Stamattina molti cittadini di Assisi si sono rallegrati per il fatto che su un quotidiano locale c’era scritto che il Governo aveva stanziato 2 milioni di euro per la per la Frana Ivanchich. Purtroppo, invece, hanno dovuto subire una vera e propria “doccia fredda”, a causa di un “fraintendimento”… Lo stanziamento approvato, infatti, non sarebbe destinato alla frana Ivanchich, ma alla frana montana di Torgiovannetto, messa in sicurezza qualche anno fa con la costruzione di un enorme muro di contenimento (a monte della strada provinciale 249 che porta a Costa di Trex), che aspetta ancora l’avvio dell’opera di risanamento. Ringraziamo, ovviamente, Andrea Orlando, giovane dirigente del PD e attuale Ministro dell’Ambiente, per l’attenzione che ha manifestato per il nostro territorio proponendo nell’ultimo Consiglio dei Ministri di stanziare questi 2 Milioni di euro.

 

Riteniamo, però, che sia arrivato il momento di accelerare anche i tempi per trovare una soluzione all’annosa questione della frana Ivanchich. I cittadini sono ormai esasperati e non ne possono, perché la vicenda si trascina da circa trent’anni (il primo progetto di risanamento è del 1984). Dopo il terremoto del 1997, il comitato che si era costituito allora riuscì ad ottenere una specifica ordinanza della Protezione civile (recepita e resa esecutiva dalla Regione dell’Umbria) che disciplinava tempi e modi d’intervento sui fabbricati, prevedendo la contemporanea attività del Provveditorato alle Opere Pubbliche nel progettare e appaltare, in tempi rapidi, il consolidamento del dissesto. Questo permise ai proprietari di iniziare a ristrutturare le abitazioni lesionate subito (altrimenti si sarebbe dovuto attendere la fine dei lavori di risanamento della frana).

 

Le opere di consolidamento cominciarono e fu eseguito il primo stralcio (costato circa nove milioni di euro), ma ci furono esasperanti lentezze tecnico-burocratiche e contenziosi con le ditte appaltatrici. Ad oggi, quindi, il secondo e ultimo stralcio dei lavori (per circa 3/4 milioni di euro) è bloccato, lo stanziamento è andato in perenzione e va perciò reiscritto in bilancio.

 

I residenti in questi anni hanno ristrutturato le abitazioni e sono quasi tutti rientrati nelle loro abitazioni, con piena soddisfazione, ma purtroppo, visto che parte della zona franosa non è stata ancora risanata, in alcune case sono ricomparse le crepe…, col rischio che i lavori effettuati vengano vanificati. Tutte le frane umbre degli ultimi decenni, di competenza regionale, sono state risanate. Quella di Assisi, la cui competenza passò nel 1986 dalla Regione al Provveditorato e al Comune, con una modifica legislativo-parlamentare (legge n. 730 del 1986, art.2), si trova ancora in alto mare dopo trentatré anni dalla sua individuazione. Chiediamo con forza, perciò, pubblicamente, ma lo faremo anche formalmente con i diversi enti, che si facciano tutti gli sforzi possibili per trovare le risorse, in tempi rapidissimi, per consentire che i lavori ripartano e l’opera di consolidamento del dissesto, finalmente, si concluda.

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