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Piazza chiusa al traffico, Antonio Lunghi, fatto bene, centro da tutelare
La giunta Comunale ha preso il giusto provvedimento di chiudere momentaneamente la piazza del Comune dal 29 Giugno al 6 Gennaio 2020. In questi giorni ci sono state delle prese di posizione pubbliche da parte della “Lega” di Assisi che si è dichiarata contraria a questa decisione.
Quello della chiusura della Piazza e più in generale del Centro Storico di Assisi è un tema ricorrente nel dibattito politico degli ultimi quaranta anni di vita amministrativa. Niente di nuovo. Quello che ci sorprende è come non riusciamo su questo aspetto a trovare una strada condivisa da percorrere.
Un tempo era la sinistra paladina della chiusura ma oggi viviamo in un momento buio in cui anche sostenere un’idea o un progetto va vagliato nel politicamente corretto. Siamo proprio caduti in basso!!!!.
Il Centro Storico di Assisi è la nostra fabbrica e dobbiamo tenerla nel miglior modo possibile e quindi con meno macchine in giro specialmente e soprattutto quando c’è più gente che lo usufruisce e che ne gode.
Poi ci sono i residenti del centro storico, “gli ultimi dei mohicani”, che hanno fatto una scelta di vita per rimanere entro le mura con tutte le difficoltà che questo comporta. C’è la gente che lavora ad Assisi e che deve utilizzare questo contenitore. Lo deve fare con discrezione accettando le difficoltà di un uso non continuo.
Per dare risposta a queste situazioni esiste una tecnologia collaudata e funzionante:
SISTEMA DI CONTROLLO DEGLI ACCESSI.
È quello che ho tentato di realizzare negli anni in cui ho ricoperto l’incarico di assessore alla viabilità. Il sistema è stato realizzato, serve per ora a monitorare gli ingressi ma può essere utilizzato per controllare gli ingressi. In questo modo senza tanti proclami il problema può essere risolto.
Vorrei anche ricordare gli altri due provvedimenti che con molta difficoltà sono riuscito a portare a termine: la realizzazione del pistone per impedire l’ingresso in piazzetta Chiesa Nuova ed indirettamente quello di ingresso a Piazza S. Francesco e lo spostamento del mercato del sabato mattina in Borgo Aretino. Sono azioni definitive e non sperimentali: di esperimenti questa città ne ha visti a decine con scarsi risultati. Su questo tema sono stato sconfitto ma non demordo: via Portica e via S. Francesco non sopportano le autovetture: è una questione di civiltà.
Ultima osservazione: vedo ancora queste fioriere con segnali stradali infissi con una gettata di calcestruzzo che delimitano la nostra piazza. Se vogliamo valorizzare la scelta di chiudere la Piazza occorre investirci. Non occorrono tanti oggetti ma occorre allestire questo spazio a cui siamo tutti sentimentalmente legati con semplicità e dignità nello spirito di Assisi. (Antonio Lunghi)
Non si è reso conto di aver dimenticato una categoria di veri e propri babbei. Quelli che un termine altisonante che lascia immaginare chissà quali facoltosi personaggi. I proprietari di immobili. Si tratta di quegli ingenui che tra non pochi sacrifici contribuiscono a mantenere in buono stato una certa parte del patrimonio immobiliare di Assisi per lo più per motivi sentimentali. Perché amano la città o perché rimangono legati ad una tradizione familiare. Io sono uno di questi che per lavoro deve vivere a Roma ma che ha tenuto cara la casa nel centro storico dove sono vissuti i suoi da tre generazioni. Naturalmente pago le tasse dovute compresa nettezza urbana, curo il decoro della via, partecipa al concorso bandito dal Comune per i balconi fioriti. Sono Nato in Assisi, vi sono stato battezzato, comunicato e mi sono sposato in questo municipio. Secondo l’ordinanza, che ancora non commento perché essendo ingenuo immagino sarà corretta dopo aver riflettuto sulle tante storture, io aggiungendo con l’auto in Assisi potrei, se ho ben capito, soltanto scaricare il mio bagaglio in via fonte bella poi andare a parcheggiare i fuori dalle mura in un luogo non a pagamento in quanto sarebbe per me insostenibile, e poi alla tenera età di 79 anni tornare in città dopo aver percorso un lungo cammino. Cammino inverso se volessi prendere il mezzo per qualche legittima escursione nei dintorni per poi ovviamente tornare a parcheggiare fuori le mura e riprendere la marcia per quella dimora che mi ostino a mantenere nella mia città natale. Non aggiungo altro perché ripeto tutto ciò mi sembra talmente assurdo e ho ancora fiducia nell’amministrazione e quindi ritengo che tutto questo possa cambiare. Aggiungo nel raggio di 500 m dalla mia casa nel centro storico, non essendo residente, ma un deprecato proprietario di immobile mi era concesso di parcheggiare soltanto in cinque o sei posti quand’ero fortunato. Ettore Calzolari
Kauf dir Flügel bei mir.
Viele von uns müssen Flügel kaufen.
Aber hör auf (trad. “ma falla finita”)
Wir brauchen keine germanischen Geister