NOMADELFIA, LA VITA DEL FONDATORE DI DON ZENO

Nomadelfia
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(assisioggi.it) ASSISI – Don Zeno Saltini, fondatore e padre di Nomadelfia, nasce a Fossoli di Carpi (Modena) nel 1900. A 14 anni rifiuta la scuola e a 20, dopo una violenta discussione con un amico anarchico, decide di cambiare civiltà in se stesso. Riprende gli studi e si laurea in legge. A 30 anni entra in seminario: nel 1931 celebra la prima Messa e si fa padre di un ragazzo che esce dal carcere, il primo di cinquemila figli. A S. Giacomo Roncole (Modena) fonda l’Opera Piccoli Apostoli. Nel 1941 una giovane studentessa di 18 anni, Irene, accetta di farsi mamma di questi figli. Nascono le prime famiglie di mamme di vocazione, donne che rinunciano al matrimonio per accogliere come figli fanciulli senza famiglia.

Alcuni sacerdoti si uniscono a don Zeno e danno inizio ad un clero comunitario. Nel 1947 i Piccoli Apostoli occupano il campo di concentramento di Fossoli e si formano le prime famiglie di sposi, disposti anch’essi ad accogliere figli abbandonati. Decisi a costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo, i Piccoli Apostoli, diventano un popolo e si danno un nuovo nome: Nomadelfia, che significa “legge della fraternità”. Dopo che i Nomadelfi hanno proposto al popolo una nuova politica con il “Movimento della fraternità umana”, nel 1952 si tenta di sciogliere Nomadelfia e don Zeno viene allontanato.

Nel 1953 ottiene pro-gratia la riduzione allo stato laicale per poter continuare a vivere come padre di questo popolo nuovo. Nove anni più tardi, nel 1962, può riprendere l’esercizio del sacerdozio e Nomadelfia, trasferitasi nella Maremma grossetana, viene eretta a parrocchia. Don Zeno riprende il suo apostolato nel popolo proponendo Nomadelfia come fermento di una nuova civiltà fraterna.

Nel 1966 inventa le “Serate di Nomadelfia”, presentate sulle piazze di tutta Italia ed anche all’estero, e il 12 agosto 1980 a Castelgandolfo per il Papa Giovanni Paolo II. Nel 1968 dà vita alla “scuola familiare”, gestita dai genitori di Nomadelfia, che presentano i figli come privatisti agli esami di Stato. Muore in Nomadelfia il 15 gennaio 1981.

Il 21 maggio 1989 il Papa Giovanni Polo II visita Nomadelfia e la definisce: “Una parrocchia che si ispira al modello delle prime comunità cristiane descritte negli Atti degli Apostoli” e “Una società che prepara le sue leggi ispirandosi agli ideali predicati da Cristo”.

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